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La cucina è molto buona e piuttosto semplice. Negli hotel si può facilmente trovare pollo, pesce di lago o di fiume, carne, prevalentemente stufato di vitello o montone, riso, verdura e frutta di ogni tipo, entrambi legati alla stagionalità (facilmente reperibili nei mercati che si trovano ad ogni angolo di strada e in prossimità dei centri urbani e rurali).
All'interno delle strutture le colazioni sono abbondanti e varie e forniscono anche la possibilità di richiedere dei “packed lunch”, da portare con voi durante i trasferimenti e le escursioni.
Il cibo locale è semplice ma apprezzato sebbene poco variegato, è costituito principalmente dal Posho una sorta di purea di mais condito con sugo di carne, il Matoke una polenta di banane cotte.
A volte nei circuiti turistici o nei ristoranti è possibile trovare un piatto a dir poco insolito, il coccodrillo, sorprendentemente gradito, solo se non vale per voi il modo di dire “mangiare con gli occhi”.
Non mancano ristoranti con cucina indiana.
La birra è prodotta all'interno del paese di diverse qualità, Bell e Nile Special, sono le più conosciute e apprezzate.
Il Waragi è la grappa locale, un mix di cassava, banane e zucchero di canna, reperibile ovunque.
Le Banane meritano due parole perché se ne vedono davvero tante, lungo le strade accatastate sulle pesantissime biciclette che soccombono sotto il peso di caschi enormi, sugli alberi e nei mercati di frutta e verdura. Vengono proposte per tutti i gusti:
- le banane verdi succosissime, cotte al vapore da cui si ricava il matoke (piatto per il quale si annoverano ben 14 varietà);
- le banane dolci offerte di solito come frutto
- Ndizi la banana più piccola
- Bbogoya la banana più grande
- Gonja mangiata di solito cotta al forno o arrosto
Non solo il frutto, delle banane viene usato anche il fusto, che viene impiegato come cura dai morsi dei serpenti e come integratore alimentare per i bambini.
Il fusto viene sfilacciato, intrecciato e utilizzato per creare cesti, sottopiatti e manufatti di ogni tipo.
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